lunedì 10 agosto 2015

Casentino!


Saranno più di vent'anni che non tornavo in Casentino...
È un martedì di ferie, di quelli che ti va di andare a volare, che la sera prima hai fatto tardi a festeggiare il compleanno di Luca a sorpresa, di quelli che vai in decollo ed esci subito, all'italiana, per stare insieme agli altri.

La voce di David che dice "dai, andiamo, vieni, hai la quota". Siamo più o meno tutti lì, anche Mirco e Paolo ancora non si sono allontanati. Io come di consueto ho ancora un po' di timore.
Passo esterna alle pale, quasi con l'idea di appoggiarmi per avere margine per atterrare a Cascia, che la volta precedente ad arrivare più bassa delle pale è stata impegnativa tirarsi su.
M'appoggio alle pale, la termica è dolce, mi rilasso, i ragazzi girellano mi aspettano e mi guidano.

È bellissimo, ho la quota, tiene dappertutto. David m'invita a non perdere il contatto col gruppo, si rifà il pieno di quota su Montemignaio, e poi avanti verso Papiano.
Ho passato la consuma, stavolta. Che gioia!  Finalmente il Casentino!

I ragazzi vanno a sinistra... ma dove si va? Evidentemente c'è da mettere un punto a nord.  Li seguo sopra i boschi del Falterona. Li ho visto dal basso, a Dicembre, e adesso dall'alto. Selvatici, densi.
Non ho nemmeno paura. Ho la quota, sopra di me un soffitto di cumuli che non mi fa perdere neppure un po'.

Proseguo coi ragazzi fino a Poppi, poi mi confondo e attraverso la valle. Chissà che avevo nella testa... Non aggancio e cerco un campo accanto alla stazione di Bibbiena. 

I ragazzi proseguono verso il Trasimeno, oltre il Trasimeno. Tornano in treno, insieme, raggianti.
Alla stazione di Figline si fa festa.  
Perchè David ha passato il muro dei 100, e anzi con i suoi 137 ha superato il fratello, ed io ho finalmente i miei primi 50.

lunedì 3 agosto 2015

Siena! e la ricotta

Non è il mio volo, e se mai lo farò non basteranno i miei occhi a descrivere la piazza del campo vista dall'alto. La più bella delle città.

È il volo di Luca, secondo ufficiale dell'equipaggio che sta colorando questa mia estate tra cielo e mare.




Si va alla Sagra della ricotta, a Stribugliano. È la festa del paese, e del club Contronembo che lì vola.
Hanno fatto le cose in grande, i ragazzi. Pass-piloti che con un piccolo contributo fornisce navetta illimitata, recuperi, merenda e cena luculliana.



Paolo e Luca propongono la gita. Gli altri naviganti sono a lavorare, e non si uniranno. 
È da tanto che non vado a Stribugliano ed è l'occasione per me per tornare. Oltre ai contronembini ci sono un po' di piloti toscani che ho voglia di salutare e sono lì dal sabato sera a gozzovigliare. 


Si va in decollo, con la jeep. A rate. Ma tanto la giornata ha ancora da organizzarsi, ed io tutto sommato non mi aspetto molto. Il vento, quando c'è, è angolato. Mi siedo e aspetto. Mai volato bene da queste parti.

Si preparano i biposti. Come vedo Paolo prepararsi, sono pronta anche io, nel punto più ripido del decollo, se mai ci fosse da partire all'italiana. Luca accanto, a fare assistenza. La recente cabala ci dice che se decolliamo insieme facciamo entrambi un bel volo. 

Si esce, quando torna un filo di sole, e aria davanti. Accidenti, sembra che davvero non ci sia niente fuori, poi una sella sul terreno, una piccola gobba, e la termica è lì. Mi ci attacco metro su metro fino a che si organizza. Gli altri mi vedono girare e  non stanno a perder tempo: tutti fuori!

Luca mi passa in due giri, per un po' mi aspetta ma fatico a salire nell'ultimo tratto, e lo vedo andare col vento dietro verso la val d'Orcia. 

Con calma salgo e faccio una scelta diversa. Quando arrivo io il cielo verso la val d'Orcia è tutto azzurro ed ho una strada di cumuli, controvento, verso Cinigiano. Vado lì allora, e poi a Montenero.
Magnifici i colori della mia terra, i borghi arroccati, i campi marroni, verdi, gialli.

Dopo un po' chiama Luca. Come si chiama il posto? dov'è che devo tornare? e mi racconta emozionato d'essere a Siena, d'aver volato su piazza del campo, d'essere stato lì a godersi lo spettacolo senza pensare a niente, giro su giro. D'aver provato poi a rientrare verso casa, verso la val d'Ambra senza riuscirvi. Lo recupero per la strada che va a Montalcino, dove degli australiani lo hanno accompagnato. Chissà come, gentilmente, si è fatto capire.

La sera alla festa non si parla d'altro. Di un Uccellaccio di Pratomagno che si è fatto un fantastico regalo di compleanno per i suoi 40 anni.

lunedì 20 luglio 2015

Naviganti


Una settimana all'Isola d'Elba, in barca a vela.

Densa. Selvatica. Intensa. Salata. Spigolosa.
Il grigio è un colore che non ci appartiene. Il blu del mare, il rosa dell'alba, il mare che passa da azzurro a scuro e c'è un oceano di stelle e di luci che si accendono piano piano.
Il mal di terra quando scendi. Il fruscio del vento sulle vele, e sulle onde.

Vivere diversi giorni gomito a gomito nel niente che è una barchetta di 5 metri è quasi un'esperienza mistica. 
Abbiamo condiviso ed imparato. Luca ha insegnato a pescare, Gabri ci ha resi un equipaggio preparato attento e giocoso.

Mi ha sorpreso, ci ha sorpresi, che in questi giorni non abbiamo mai mai avuto motivo di dissapori, malumori, contrasti. Nemmeno per il caldo o il poco sonno, o l'ultimo goccio di birra.

Magari Gabri e David - fratelli- ci sono abituati. Io e Luca li guardiamo con sorpresa e gioia.
Io con il tetris da fare per sistemare la cambusa, e quelle procedure nautiche che Gabri ti fa provare e ti spiega e tu in un attimo già le sai. Le scotte, le drizze, l'amantiglio, i lazy jack. Questo equipaggio. Il mio equipaggio.

Io selvatica, eppur femmina, in uno spazio angusto dove sarebbe stato più saggio esser maschio.

giovedì 2 luglio 2015

e sale sulla pelle

Ho il mal di terra. Mica pensavo si potesse avere. 
Da una settimana ho le vacanze al mare: le mie otto ore in ufficio e poi si attraversa la strada e di corsa al mare, che ci sono i ragazzi.

Si comincia così, un giovedì pomeriggio. Appuntamento a Cala Moresca.
Robi, sai nuotare vero? Non posso avvicinarmi di più. Menomale ho un po' di fiato, ma 200 mt a dorso non finiscono mai. Porterò le pinne, che è più comodo.
Gabri, Luca, Gipo, Tega, Eli.
Da una settimana casa mia diventa il quartier generale.

La costa vista dal mare è un privilegio. Cullati dall'acqua, accarezzati dal vento. Giusto il tempo di scappare dal lavoro, darsi un appuntamento di fronte a una spiaggia, e già siamo ad aspettare il bagno del tramonto.

Poca, pochissima voglia di salutarsi. Allora resto per cena, e... e se dormissi anche io qui, di fronte alla sterpaia? È luna piena, la notte è calda, la costa accesa e Vega sulla testa.
Il caffè delle 7, e poi il primo bagno del mattino, che c'è da andare a lavorare. 
La scrivania ondeggia leggera.





martedì 9 giugno 2015

Pian di Scò

Nelle ultime settimane la rossa ha un po' cambiato itinerario.

S'inizia un giovedì da prendere ferie al volo, che pare sia buona, e poi ogni scusa è buona per tornare.
C'è la festa in decollo da far mattina in tenda, o c'è un sabato sera che trenta gradi a Lucca son troppi e si va a sentir suonare.

Che sia l'estate nell'aria.

Nella rossa aggiungo anche la tenda, che gli Uccellacci preannunciano una festa in decollo. Decido all'ultimo però lunedì sera, e mi presento a cena con fragole e panna.
Si sale a piedi alla croce di Massanera, per dormire in decollo, dopo un'ultima grigliata di pesce. È quasi mattina. Gabri ha per mantello un sacco a pelo azzurro e svolazza leggero.

La mia tenda minuscola da dividere, il fuoco, il vino, le risate, l'aria dell'estate somiglia davvero a una notte di qualche anno fa.  Appennino, invece che Apuane. Massanera invece che Sumbra. Vega, da qualche parte, allo zenit.

Il martedì la testa è pesante, ma si vola, si dormicchia in decollo, si aspetta che il vento molli un po' per farci decollare. M'imbraco. Il vento è laminare. David mi fa togliere acqua e piombo, e mi mette a far quasi due ore di gonfiaggi. Ne ho davvero bisogno, si sa. Veniamo quassù a giocare la sera, mi dice. Il premio per tanto sudore è la planata su Cascia, mentre il sole tramonta ed è già passata l'ora di cena.

Sono accoglienti, gli Uccellacci.  Che ti sembra d'esser di casa. Che a casa loro c'è sempre posto  e sul loro divano, o in giardino, a Pian di Scò  ogni sera c'è qualcuno diverso da ospitare.


lunedì 11 maggio 2015

Santa Elisabetta /again

Ogni volta che vado a Santa Elisabetta, ci lascio un pezzo di cuore. Porto a casa un pezzo di cuore.

Lo dicevamo da un po', d'aver di nuovo voglia degli gnocchi al gorgonzola da Jacopo, a Salto. Appena è buona si va. 
Sarei andata a vedere la gara di Lega, sembrava l'avrebbero fatta in Toscana. Poi invece giovedì sera la conferma: la gara è in Cavallaria. Allora.... allora è buona anche a Santa!

Ci sono giorni che serve davvero poco, che la mia indole da #LaSegretaria-tutto-fare è sopita, che ci si sente e ci si dice: "Si parte stasera?", e in due ore si va, ché la rossa è già pronta dal mattino.

Ho lasciato a casa l'ansia di questi mesi, io e Emilia siamo partite leggere. Nel sole del pomeriggio per goderci il week end.  Niente che abbia il peso del quotidiano, niente che ci tenga coi piedi per terra, niente zavorra: anche il piombo l'ho lasciato in decollo e probabilmente adesso sarà ad Andrate. Che sia la volta buona che imparo a volare senza zavorra? 
Ti prego: non lo facciamo adesso il debriefing del mio cross: ho ancora le lucciole negli occhi, aspetta ancora un po'.

Ci sono week end fatti di risate, di leggerezza, di sorprese, week end che tutto è buono, è vivo. Che volare è anche questo.

...mi porti a volare?