lunedì 20 luglio 2015

Naviganti


Una settimana all'Isola d'Elba, in barca a vela.

Densa. Selvatica. Intensa. Salata. Spigolosa.
Il grigio è un colore che non ci appartiene. Il blu del mare, il rosa dell'alba, il mare che passa da azzurro a scuro e c'è un oceano di stelle e di luci che si accendono piano piano.
Il mal di terra quando scendi. Il fruscio del vento sulle vele, e sulle onde.

Vivere diversi giorni gomito a gomito nel niente che è una barchetta di 5 metri è quasi un'esperienza mistica. 
Abbiamo condiviso ed imparato. Luca ha insegnato a pescare, Gabri ci ha resi un equipaggio preparato attento e giocoso.

Mi ha sorpreso, ci ha sorpresi, che in questi giorni non abbiamo mai mai avuto motivo di dissapori, malumori, contrasti. Nemmeno per il caldo o il poco sonno, o l'ultimo goccio di birra.

Magari Gabri e David - fratelli- ci sono abituati. Io e Luca li guardiamo con sorpresa e gioia.
Io con il tetris da fare per sistemare la cambusa, e quelle procedure nautiche che Gabri ti fa provare e ti spiega e tu in un attimo già le sai. Le scotte, le drizze, l'amantiglio, i lazy jack. Questo equipaggio. Il mio equipaggio.

Io selvatica, eppur femmina, in uno spazio angusto dove sarebbe stato più saggio esser maschio.