martedì 9 giugno 2015

Pian di Scò

Nelle ultime settimane la rossa ha un po' cambiato itinerario.

S'inizia un giovedì da prendere ferie al volo, che pare sia buona, e poi ogni scusa è buona per tornare.
C'è la festa in decollo da far mattina in tenda, o c'è un sabato sera che trenta gradi a Lucca son troppi e si va a sentir suonare.

Che sia l'estate nell'aria.

Nella rossa aggiungo anche la tenda, che gli Uccellacci preannunciano una festa in decollo. Decido all'ultimo però lunedì sera, e mi presento a cena con fragole e panna.
Si sale a piedi alla croce di Massanera, per dormire in decollo, dopo un'ultima grigliata di pesce. È quasi mattina. Gabri ha per mantello un sacco a pelo azzurro e svolazza leggero.

La mia tenda minuscola da dividere, il fuoco, il vino, le risate, l'aria dell'estate somiglia davvero a una notte di qualche anno fa.  Appennino, invece che Apuane. Massanera invece che Sumbra. Vega, da qualche parte, allo zenit.

Il martedì la testa è pesante, ma si vola, si dormicchia in decollo, si aspetta che il vento molli un po' per farci decollare. M'imbraco. Il vento è laminare. David mi fa togliere acqua e piombo, e mi mette a far quasi due ore di gonfiaggi. Ne ho davvero bisogno, si sa. Veniamo quassù a giocare la sera, mi dice. Il premio per tanto sudore è la planata su Cascia, mentre il sole tramonta ed è già passata l'ora di cena.

Sono accoglienti, gli Uccellacci.  Che ti sembra d'esser di casa. Che a casa loro c'è sempre posto  e sul loro divano, o in giardino, a Pian di Scò  ogni sera c'è qualcuno diverso da ospitare.