domenica 4 marzo 2012

Said


Said è un arabo, di circa vent'anni. Grigio. In realtà è anche aveglinese per un quarto e si chiama Qui, ma ce lo vedi il Bove a chiamarlo Qui
È l'amico di Shila, e quando si allontana lei lo guarda partire e aspetta.  E quando sente il suo odore in cima alla collina, è già lì col muso in direzione del vento e lo chiama.
Said somiglia molto al suo padrone, come si usa dire per i cani. Said e Mauro sono cresciuti insieme. O almeno, Said è cresciuto insieme a Mauro.
È intelligente, orgoglioso e fiero. Non ha paura. Solo che, come fosse ancora un puledro, di tanto in tanto mostra la sua energia e la sua forza, senza dartene alcun preavviso.

Da qualche tempo, quando posso, è Shila la mia compagna di viaggio. Ma adesso, con la pancia che cresce per il puledrino in arrivo, dobbiamo rallentare con le passeggiate.
Domenica mattina siamo partiti per un giro verso le Pizzorne: Io, Mauro, Said e Mif.
Quattro ore tra Spazzavento, Matraia, Valgiano. Guardo Spazzavento dal basso. Io in volo da sola non ci sono mai andata.Lì c'è la termica "di servizio" per quelli che poi sanno andare in giro.

Sento i tendini e i muscoli di Said, con le orecchie pronte ad un comando che non arriva. Lui muove le orecchie come a chiedermi perché non lo faccio correre... Sapessi fermarlo sarebbe tutto più facile. Perché lui è obbediente, sì, ma è anche un arabo, e scalpita, e quando si scalda poi mica si ferma quando voglio io. Andrebbe già bene nei 100 o 200 metri successivi.
E allora quando lo sento che si prepara, perché dopo la prossima curva c'è  un prato, o una vigna dove gli piace correre, io scendo e attraverso a passo. Ho ancora da smaltire il volo di Giò del sabato, visto dal decollo di Diecimo. E so che Said mi prenderebbe la mano.
Procediamo a passo, un po' di trotto a volte.  Il suo trotto è duro e spigoloso.

Said non tarda a mostrare il suo carattere. Dapprima un po' di galoppo in un largo sentiero nel bosco, e poi, quasi vicino a casa approfitta per infilarsi al galoppo tra gli stretti filari di una vigna, e già che c'è solleva il posteriore. Non saprei dire come ho fatto a rimanere in sella e a girargli il muso per fermarlo.
Lo fermo, scendo, riprendo fiato. Lui si gratta il muso alla mia schiena come a dire: "già finita? te la sei presa? ma dài giocavo..."