martedì 26 giugno 2012

She Fly 2012


C'ero anche io!
Davvero, non pensavo di andare. Poi sono arrivate un po' di mail:  possibile che dalla Toscana non ci sia nessuno? e la telefonata di Ida: non è una gara ma un raduno, ci conosciamo, ci divertiamo, voliamo insieme.

Telefono un po' in giro agli amici volatori per chiedere se sono in grado. Da tutti ho la stessa risposta: vai, che ti diverti! Il decollo è ampio, l'atterraggio immenso, le termiche dolci, la pedemontana piena di atterraggi alternativi. Al più non riesci a salire e vai ad atterrare.

Già che ci sono prendo due giorni di ferie. Per sfruttare un po' meglio gli oltre 400km da fare, e soprattutto perché io al Cornizzolo non ci sono mai stata e devo prendere le misure di un volo nuovo.

Arrivo giovedì proprio per la navetta delle 15. Salgo al volo e di corsa in decollo!
Chiedo a Veronica ed Eloisa un po' di indicazioni sul volo, e poi vado fuori per un volo di ambientamento. La giornata è un po' stanca, c'è alta pressione, e un caldo appiccicoso.
In serata invece cena con Luca a Milano, sui navigli, e un certo numero di ore di chiacchiere: da troppo tempo non ne facevamo!

Venerdì la giornata appare già diversa. Per sabato è previsto un peggioramento meteo, magari il prefrontale porterà un po' di instabilità.
Al mattino vado a conoscere gli Scurbatt. Sono uomini e donne che stanno preparando She Fly, le donne soprattutto. Allegre e colorate. 
Prendo la navetta delle 13, per il decollo del Risparmio. Al Centrale ci sono i bipostisti, per uno stage di aggiornamento. Insisto un po' davanti al decollo, poi finalmente ecco la termica. Dolcemente s'incanala, inizio a girarla, supero la croce, il cumulo è più vicino... 1700 mt! Mi guardo intorno, il panorama è magnifico.

Torno in decollo alle 17, siamo abbastanza e la navetta fa una corsa supplementare. Seguo Fabrizio, cercando di approfittare delle ascendenze che trova lui, e davanti alla cava sono io più in alto! Ho messo poca zavorra e sono decisamente più leggera, ma tant'è. Lo seguo in pianura, poi torno verso l'atterraggio. Mi volto e non c'è più alla mia quota... ha approfittato dei capannoni ed è salito. Io invece vado ad atterrare.

Sabato inizia She Fly. Le previsioni sono pessime ma non disperiamo. Mi accorgo subito che sono la sheflyer che ha fatto più strada. Le ragazze del centro sud non sono partite.
Al mattino Andrea Barcellona parla delle blipmaps. Poi Nives racconta del suoi record da un punto di vista tutto femminile. Bionda, minuta, con voce lieve, quasi fosse normale andarsene di ottomila in ottomila.

Poi tutti in decollo. Ci hanno divisi in squadre omogenee, con uno o due tutor, per un volo in compagnia sotto la guida esperta di chi conosce la zona e sa sfruttarla. I miei tutor sono Alessandro (Gigi) e Marco Littamè.
Di fatto il pomeriggio lo passiamo ad aspettare in decollo. Qualcuno si prepara, nonostante il forte vento da est, inaspettato da queste parti. Marco mostra la sua tecnica di controllo alla francese. Improvvisamente il vento si spiega: compare in un attimo ad ovest e inizia a gonfiare un cumulonembo, che stava richiamando l'aria. Alberto Castagna, padrone di casa, inviata anche le ragazze già pronte a non decollare. Si aiuta a piegare le vele, di corsa. Sta per piovere. Torniamo in navetta.

Per la sera è pronto il party. Cena per tutti e musica per ballare. Arrivano anche i banditi, in volo, con un po' di goliardia. Si balla nel prato. Roberto, presidente degli Scurbatt, che invita me e Laura a ballare quasi si scusa con un sorriso: m'hanno detto che devo fare il tutor...

Domenica mattina Alberto propone una lezione sulle termiche: dove come quando e perché. A sentirlo sembra facile. Magari. Poi velocemente in decollo, che oggi si vola!
Attendiamo un po'. Si preparano e partono i gruppi di cross: Eugenio e la Silvia intanto, poi gli altri. 
Tutti abbiamo una bandella colorata che identifica i gruppi. La mia è rossa. Però è un volo in allegria. Non c'è obbligo di rimanere in gruppo o seguire una strategia prefissata. La bandella è solo un riferimento.
Dopo il briefing di Alberto e di Giorgio, Marco prepara la sua squadra. L'obiettivo è fare un po' di quota e poi andare in piana. Ho qualche dubbio sulle mie capacità di starmene un'oretta a far quota e ad aspettare il gruppo, però magari chissà forse oggi mi riesce.

Decollo, con l'aiuto di Luciano Gallo. Tutta questa gente in decollo un po' mi innervosisce. La vela a fiocco poi davvero non la sopporto, quando la riapro, con così poca brezza, c'è sempre qualcosa che non va.
Ok, allora esco. Vado verso ovest, dove sembra tenere un po' di più. Faticosamente mi porto a 1200. Sotto di me la vela nera e verde di Marco, e il suo nastro rosso. Mi indica col suo passaggio dove andare a cercare, dove si sale. Non riesco a neppure a copiare, accidenti, quando giro lì lui sale ed io scendo.
Cerco sulla cava, sperando in un po' di termodinamica. È faticoso, ma che bello con la Dragon posso girare davvero contromonte.
Poi desisto, cerco nella piana. Ci sono i capannoni, spero. Quasi sull'atterraggio sento il debole bip del vario.  Ci provo, tanto l'atterraggio è lì sotto. Dopo il primo giro ho già compagnia. Ho quattro vele accanto a me che in tre giri fanno quota e se ne vanno. Sembrava mi disegnassero la termica col pennarello sul capannone, ed io invece ho recuperato solo 40mt. 
All'atterraggio mi concentro sulla gara di centro. A casa io di centri non ne faccio mai, e invece questa volta arrivo a un metro dal bersaglio!

Alle 17 merenda poi premi e gadget per tutti e foto, saluti e baci. 
Sono seconda nella gara di centro, vinco una giacca da volo, e un mazzo di rose per la lontananza da casa.

Ci metto un'ora a salutarli tutti, ci si saluta, ma nessuno ha voglia di andare. 
Ricorderanno, spero, questa ragazza che si è presentata da sola, con un accento dalle c aspirate, che parlava di posti dove non sono stati mai, fatti di boschi, di vigne, di ulivi e di vento dal mare.
Mi aspettano cinque ore di autostrada, ed è di nuovo lunedì.