lunedì 18 novembre 2013

La Traversata

Ne avevo sentito parlare, della traversata Galbiga - Bellagio, e appena sono apparse due righe su FB s'è iniziato a pensare di metter su un po' di strada per un volo in allegria.
L'ottimismo di Marco, il presidente, è contagioso. Ci si conta, ci si prepara. Contatto Alberto e i Banditi, per quel minimo di informazioni che servono, e Fabrizio che non sento da un po'.
Sono un po' dei ragazzi conosciuti a SheFly ed ho proprio voglia di rivederli!
Per la meteo non è buona per il week end 10-11 novembre... aspettiamo la settimana successiva. Lo zaino è pronto, ma la meteo è incerta. L'idea sarebbe di partire il venerdì sera per un paio di giorni di volo, ma invece il giovedì, ed anche il venerdì il CornizzoloInVolo non ha ancora deciso. Pare che salti di nuovo, e rinunciamo ad un viaggio a vuoto.

Sicché il sabato in Toscana c'è vento forte, ma anche un po' di sole, e di stare a casa non ho voglia. Tolgo la vela dalla rossa e penso di fare un giro per le colline. Ho fatto solo pochi km (e menomale, che poi si perde il segnale) che arriva il messaggio di Alberto. Hanno appena deciso: la traversata è per domani.
Accidenti, se eravamo partiti...  Mando qualche sms ai Bovi, ma ormai non ci credo.
E invece un attimo dopo arriva squillante la voce di Marco: "Allora? si va?". Torno di corsa a prendere la vela, poi un "37" (prosciutto arrosto, funghi, maionese) in Piazza del Campo, e pronti a partire, a Firenze, alle 16.30.
Con così poco preavviso ed un solo giorno di vacanza, la squadra è ridotta, purtroppo. C'è chi ha già preso impegni per la serata, chi pensa di partire il giorno dopo. Destinazione Argegno, sul lago di Como!



La mattina ci si incontra coi Banditi, e si sale sul Monte Galbiga.

I ragazzi del CornizzoloInVolo e i Banditi sono un spasso. Allegri, colorati, coinvolgenti. Con Alberto e Edo ci scambiamo le maglie, per un nuovo e duraturo gemellaggio. Io quelle del club le ho portate apposta...
Al rifugio Venini si aspettano i ragazzi che stanno salendo a piedi, che forza! Ulisse e Marco si aggregano alla foto "di rito".
Siamo in base e la visibilità è davvero ridotta. Ma intanto che si aspetta si allacciano nuove amicizie.
Poi tutti in decollo. La nube è così densa che il panorama intanto ci viene raccontato. Tra nebbia e neve è tutto bianco.

Con calma ci si prepara, si mette sul gps la boa dell'atterraggio, si sintonizzano le radio, si spiega il volo, il km da fare sul lago, l'atterraggio a Bellagio. Fabrizio mette la maglia di Diecimo sopra la tuta. Partono le cavie. Sono 30 secondi per bucare la nube, dicono per radio. Poi fuori è limpido.
In decollo non c'è vento, anzi talvolta sembra sbuffare da dietro. Si esce senza fretta uno alla volta, quando la nebbia lascia filtrare un po' di luce, si parte all'italiana.


È il mio turno. Stringo i cosciali per correre un po', ed esco nel bianco. Mi segue Ulisse, poi Marco. 

15, 20 secondi di bianco, tengo d'occhio la bussola e la direzione. Improvvisamente il lago mi si apre davanti, opaco. È bellissimo. Bellagio lì davanti e le sponde del lago in ogni direzione, e la luce sulle montagne. Tolgo le mani dai comandi, sfilo il guanto per far due foto con il telefono, e poi continuo a guardare per questi 15 minuti di privilegio. Ulisse mi vola accanto, Marco è un po' più in basso. Siamo altissimi, si passa sopra punta Bellagio, è così limpido che si vedono i fondali.
La nebbia sul decollo si è dissolta: fuori tutti! li guardo attraversare in fila mentre mi porto sull'atterraggio, una vecchia pista dei caccia della seconda guerra mondiale, un prato largo 30 mt e lungo 600. Averne a casa di atterraggi così!

L'aliscafo delle 17 ci riporta ad Argegno. Saluti e baci, poca voglia di ripartire, un appuntamento per la prossima gita, l'invito a venirci a trovare in Toscana, e di nuovo sull'autostrada, verso casa.


La Galbiga - Bellagio merita il viaggio, anche se è solo una planata. La compagnia accogliente e goliardica. Stupore e gioia sono il premio per aver macinato chilometri. Io, la rossa, l'ho comprata apposta...


domenica 29 settembre 2013

DEMO #2 - CHILI 3

Il Chili 3, taglia XXS è appena arrivato ma purtroppo la giornata non è delle migliori. E comunque, intanto, con Ulisse andiamo in decollo ad aspettare che la base si alzi.
Il Chili 3 è piccolo piccolo, con pochi cordini colorati, morbido in decollo, anche con un alito di vento, e i jet flap, che appena li devo vado a chiedere a cosa servano (abbassano la velocità di stallo)
Questa taglia (55-75 kg) mi permette di volare senza zavorra. Una favola!

Prima Parte (sabato)
Il volo delle 11 chiaramente salta, aspettiamo allora quello delle 13 per ambientarsi. Esco insieme al biposto per approfittare di una risalita, fuori non c'è quasi niente anche se la base si è alzata.
La vela è molto veloce, e molto molto efficiente, tanto che arrivo sopra l'atterraggio con oltre 600mt di quota.
Non essere affatto allenata a volare senza zavorra mi dà la sensazione di essere un po' scarica, mi sembra talvolta di ballare un po' nella selletta nonostante il niente lì fuori, e in virata,  porto fuori il peso per iniziare la manovra.
Mi sembra che la vela rallenti in ingresso, come se entrasse ritardata. Dove di che, invece, la vela si inclina e la virata è morbida e stretta quanto la vuoi.

Si torna su. Gli altri sono già usciti. La situazione delle termiche non è molto meglio, giro valori molto deboli  sulla palazzina, e su Matraia, poi seguo il biposto verso lo spigolo di Ciciana.
Recupero oltre 600mt, ed entro in base! Un po' degli altri - come ama dire Andrea - sono sotto.
La termica all'inizio è molto debole, tanto che mi porto sullo spigolo (se stacca, è lì!) ed inizio a girare ascoltando il vario (+0.3, +0.6). I primi due giri sono solo "secondo il vario", dopo invece il tutto mi sembra organizzato, e basta seguirlo.
I valori sono così deboli che l'impressione è che non sia la vela a dirmi dov'è la termica, non solleva un lato, ma che sia io a suggerire e solo dopo il primo giro la vela prenda la sua inclinazione di virata e tutto sia più facile.

Feeling: dinamica e performante
Senza dubbio si muove, abbastanza. Reattiva sui comandi, mentre nell'ingresso in termica sembra rallentatare. Anche se ancora non so se quest'impressione è dovuta ad un carico diverso sulla selletta (spostare 5 kg sul baricentro rende le manovre più efficaci) al quale non sono affatto abituata. Anche nel debole, però, mi ha portato in base!
Ho bisogno senza dubbio di un'altra prova...
(fine prima parte)




domenica 15 settembre 2013

DEMO #1 - MISTRAL 7

Da qualche tempo mi sono convinta che dopo due anni con il Dragon è ora di cambiare. La fine dell'estate, l'autunno sono perfetti per questo. Ogni tanto faccio un giro sul web per vedere cosa è disponibile per la mia taglia e le mie capacità. Ben poco, di solito.
In settimana però, mi sono decisa, ho fatto qualche telefonata, ed ecco: sabato è arrivata la prima demo.

Si va in decollo con la rossa, per il primo volo di ambientamento (grazie Ulisse per recupero ed assistenza!). Il Mistral 7 XS è piccola piccola, fa quest'impressione, 3 linee, le bretelle ed i cordini sottilissimi. Si fanno due gonfiaggi e poi, via, esco, per saggiarla lì fuori, in aria calma. Qualche virata, timorosa all'inizio, poi più decisa. Provo lo speed, e poi in atterraggio.

Atterro, e si torna di corsa in decollo, ché il volo di prova è quello delle 14! La giornata è un prefrontale, e promette un po' di vento da ovest. Guardo un po' di decolli poi tocca a me. Gira facile, sale veloce. Costone, palazzina, antenna. Sembra facile...
Il vento da ovest frena un po' tutti, vedo gli altri piantati e lo sono anche io. Però, a differenza del solito, quando il gps mi segnala 10 Km/h non scappo in atterraggio, col dubbio di arrivarci, ma resto lì, a girare, anzi mi sposto sul decollo che si sale meglio. M. e Bracino sono lì ed io... sono più alta! che gioia!
Pochi minuti, giusto il tempo di pensare "ma... sono in base?" e sparisco nel bianco. E' la prima volta che entro in nube in Pizzorne, ed uso la bussola: direzione 210°. Continuo a salire, quota 1700mt. Non ci resto a lungo, faccio le orecchie, e scendo quanto basta per vedere chiaro.  Sotto di me l'Angelo. Bracino m'ha visto sparire in nube e se ne è tenuto fuori.
Ho il vento contro, secondo lo strumento 17-25 km/h, ma l'efficienza mi convince, speed 1/2, direzione croce di Brancoli. Intanto si va!

Poco prima della croce, mi viene il dubbio di non arrivarci, alla croce. Viro a destra, sul canale, c'è anche termica, recupero un po', e parto per il traverso della valle di Diecimo.
Mi viene in mente che senza arrivare alla croce non riuscirò ad agganciare, che peccato! Ma tengo lo speed e la direzione. Punto il costone est, ché spesso c'è dinamica, agevolata dal venturi  della valle. Se arriverò sopra i fili, proverò a tirarmi su in dinamica, se no, pazienza. Arrivo più alta, faccio due passaggi in dinamica, recupero lo spigolo, poi il cucchiaio. Quindi lo spigolo di Dezza, giro, salgo, mi godo il panorama, cerco il paese dopo il bosco
Esco in valle con 900mt, vado controvento verso sud, giusto per provare ancora un po' lo speed, poi rientro col vento dietro, smaltisco ed atterro.

Ho volato 1h 20m, senza fatica, le creste mi sono sembrate sempre lì ad un passo. Il range di questa vela è 60-80 ed il mio timore era di essere estremamente scarica, nei miei 70 kg in volo + 5 di zavorra. Invece mi sono sentita a casa.
Piuttosto che pensare : ho 1700mt, cosa ci faccio? è stato piuttosto guardare e andare, e arrivarci.

Feeling: professionale. E' la prima parola che mi è venuta in mente. Come quando hai a che fare con un professionista molto bravo e fino a ieri t'eri arrangiato con un cugino.
Precisa, ti suggerisce dov'è la termica, ma aspetta te per entrarci, entra pulita senza fatica, non fatichi a tenerla dentro. Dell'efficienza c'è poco da dire: esaltante!

Giusto un anno fa a Diecimo, in altre condizioni, ho provato il Rush2: emozionale. Nella termica non solo ti suggerisce dov'è ma  ti ci tira dentro. M'hanno spiegato che è perché picchia, accelera all'ingresso in termica.

Prossimi passi: Attendo le altre vele in prova, spero presto, per confrontarle, e scegliere alla svelta, che ho voglia di allenarmi!


lunedì 5 agosto 2013

DOLOMITI

Dopo diversi week end fuori casa, pianificati e poi rimandati per aver troppo dato retta alle previsioni, questo week end è diverso. Ulisse e Giò vanno a volare verso Feltre. Ci si aggrega. Punto. Da Firenze sono sono circa tre ore.
Nonostante il palio di Feltre, Booking.com funziona benissimo per trovare una sistemazione in zona atterraggio a un prezzo decente. Si prenota giovedì, e il venerdì su va a lavorare con la vela e lo zaino già in macchina, che quando suona la campanella si parte. Da questo punto di vista, la rossa è perfetta. Nel bagagliaio ci stanno esattamente vela, casco, strumenti, zaino e zavorra. E anche costume e asciugamano, s'intende.
Destinazione Feltre. Ulisse e Giò ci aspettano alla Birreria di Pedavena, davanti a una centenario.

Sabato le previsioni danno una giornata oltremodo stabile, siamo appena sopra l'inversione e insomma alle 10 siamo già in decollo, il caldo è appiccicoso, e anche in quota migliora solo di un po'. Ci sono i ragazzi delle scuole locali.
Ma il segnale che è ora di uscire ce lo danno un po' di falchetti che salgono leggeri alla nostra destra. Giò non aspetta oltre, si prepara ed esce. In un attimo è già lì a girare quella termica. Nonostante le previsioni con basi a 1500 anche io raggiungo i miei 1700 mt sullo spigolo sopra un boschetto di pini.
Si gira stretto e  stare nell'inversione si fa sentire sullo stomaco: bolle bolle e ancora bolle, nonostante il suono debole del vario. Mentre faccio top, ecco che sono usciti i locali, Ulisse si accoda e ci aspetterà giù alla birreria. Torniamo in decollo più per il fresco che per la planata della sera. M. si offre di fare il recupero e mi aiuta a decollare con un filo di vento.

Per la domenica decidiamo di andare sul Dolada, promette quote maggiori e aria meno stabile. I windgram vengono rivisti, al peggio, al mattino, ma intanto si va, poi si vede. Atterraggio, poi in decollo. Almeno farà più fresco. È caldissimo anche lì. Aspettiamo. Giò scalpita, appena esce un pilota che fa qualcosa di più di un dritto, sulla termica del rifugio, ecco ci prepariamo, poi si esce. Anche oggi usciamo praticamente prima dei locali. La termica del boschetto è tutta mia, è accostata alla cresta e la seguo. Menomale ho tutta la zavorra. La termica è impegnativa e insomma, decide lei che si deve girare e da che parte: oggi si gira solo in senso orario. Non ti viene neanche in mente di uscirne. Arrivo a 2050, mentre giro contro monte e penso "cos'era quella cosa che volevo cambiar la vela?". Il giro da fare è l'anfiteatro verso est, intanto mio avvio lungo il costone, più avanti c'è Ulisse.
Più avanti c'è uno scalino sulla roccia, senz'altro lì ci deve essere un punto di innesco. In effetti c'è, e c'è anche un bello schiaffo. I ragazzi completano il giro dell'anfiteatro, io invece torno indietro recupero un po' di quota e mi dirigo verso il lago per poi aspettarli in atterraggio.

Meno di un'ora di volo, però che fatica. Sono davvero poco allenata alla resistenza. Di buono c'è che io quella termica non l'ho mollata, e la vela l'ho gestita al meglio. I domenicali locali, invece, lì attaccati al bosco non sono abituati a starci, abituati come sono a termiche sempre ampie e generose.
C'è da tornarci da queste parti, prima possibile. È bellissimo e maestoso.

Rientriamo, ma perché non passare a vedere dov'è il decollo di Rèvine? Atterraggio immenso, decolliamo da un prato che ci pare il decollo per poi accorgersi che quello ufficiale era un po' più in là. Un'oretta di termodinamica per sgranchirsi un po' e riprendere la strada di casa.

Non è l'andare e fare. La parte più dura sono gli ultimi 170 km del viaggio di ritorno...

domenica 28 luglio 2013

MEMORIAL

Matteo è il fratello della Vale. Da quindici anni Sergio e la moglie lo ricordano con un torneo estivo di calcio a 5. Solitamente maschile, il femminile si gioca di rado.
Io  ho smesso di giocare diversi anni fa, e ho perso di vista quasi tutte le bimbe.

Arriva quindi inaspettato un messaggio della Vale: rimette insieme la squadra per il Torneo, ha chiamato le bimbe, quelle che hanno smesso, perché la vita magari ti porta da un'altra parte. Telefono a Fegato: "la Vale ha fregato anche te" mi dice ridendo. "Ci sono anche  Elena e  Conce". E Ale, Fede, Ila.

Ci troviamo al campo, un martedì, per vedere se ci si ricorda come si fa. Le bimbe arrivano con mariti, compagni, e figli. Grandi.  Qualche chilo in più, qualcuno in meno. Ne è passato, di tempo.
Però la stessa grinta, la stessa allegria. Fegato in porta, certo. Non ha perso lo stile. Io chissà se mi ricordo come si fa. I piedi non li ho mai avuti buoni, ma fiato ne ho ancora. I ragazzi per arrivare a 10, per farci correre. 
Scarpette e parastinchi li ritrovo in una scatola, sul ripiano più alto dello stanzino, riposte insieme alle scarpe chiodate: come si fa a buttarle? Quelle della Vale, dice, sanno di muffa. 

Domenica il Torneo, triangolare femminile. C'è anche Luciana Belli-Capelli, venuta apposta da Roma, e Giusi in una forma invidiabile.

Si gioca, e si fa festa. E nonostante i cambi, di fiato per correre non è che ne abbiamo molto. 

E al momento delle premiazioni Fegato porta in campo i palloncini per Matteo: sempre nel cuore

lunedì 1 luglio 2013

LA MAGIA DEL PRATO FIORITO

C'è la festa, su al Prato. Dal tramonto al tramonto.

Dei volatori non c'ha creduto quasi nessuno. Incerti sulla meteo che promette basi a duemila ma copertura totale a partire dalle 14. Sabato sera Whatsup mi mostra il windgram insieme all'invidia di chi deve ripartire. Domenica guardo le blipmaps, e la copertura è proprio lì, dal Prato Fiorito verso l'appennino. Quella copertura prevista per il primo pomeriggio fa rinunciare i più. C'è chi dice che in Pizzorne sarà migliore e che a Prato Fiorito magari ci verrà in volo.

Alle 11 la voce squillante di Marco il dentista ci avverte che lui è già lì sul Prato, per la festa e un po' di trekking, ovviamente ha con sé la vela. Si va sul prato è deciso! Io e M. con due auto, per l'eventuale recupero. La rossa è alla sua prima gita, la lasciamo a San Cassiano. 

Il Prato è davvero magico. Non c'è quasi vento. Si stanno formando i cumuli sul Mosca, e ce ne sono oltre la valle. Il panorama è magnifico. Si sale a piedi, senza aspettare oltre, che, se la copertura avanza a coprire il sole, le termiche si spengono e ci tocca atterrare.

La salita sul Prato è come sempre impegnativa, coi miei 20 kg di zaino e poco allenamento. 
Riprendo fiato e mi preparo. Sta cumulando: è bellissimo. 
Esce M. a far da cavia, e sale subito, gratis. Tocca a me; non salgo, anzi. Mi porto davanti ai camini per recuperare un po' di quota. La termica è lì fuori, appoggiata al costone, basta recuperare i primi metri poi è tutto più facile e il cumulo sopra il Prato tira su che è un piacere. Non c'è quasi neppure bisogno di girare. Sento la cabrata, il vario fischia forte, mollo i comandi, appoggio le mani sulle bretelle, respiro e mi preparo alla picchiata che seguirà. In pochi secondi ho recuperato quasi 400 metri. Il vario registra un +7.5.





È bellissimo e dolce. Sugli appennini c'è un tetto bianco proprio sopra la nostra testa, invitante. Mi dirigo verso il Mosca, sullo spigolo anzi sono ancora più alta, faccio due giri e proseguo sul costone, verso le Tre Potenze. L'Orrido è alla mia sinistra, ed oggi posso ammirarlo in tutto il suo splendore. 
Accanto al Rondinaio un aereo di linea ha la mia quota. Che ci fanno così bassi? Ma lo sanno che ci siamo anche noi? Proseguo finché il vario debolmente suona.  Poi decido di rientrare.  
Non fossi stata da sola, oggi sarebbe stata perfetta per il giro del pollaio, come lo chiamano quelli bravi.

Nel frattempo M. è andato ad atterrare da Beppe. L'altoparlante della festa lo saluta. Aspetteranno inutilmente anche noi, ma Marco è andato ad atterrare giù a San Cassiano (tornerà su con la rossa), e io so bene che quell'atterraggio non è proprio adatto a me... e poi: ho da proseguire il mio giro! Sorvolo la festa a 1900 mt poi di nuovo a spasso sul Prato. Vado a smaltire sul Coronado, e sono pronta per il top.

Ci godiamo la festa. Scopro con piacere che sindaco, assessore, organizzatori sono ex volatori, di quelli dei tempi che furono. I primi a volare nella valle. C'era il Betti, ricorda M. "Ma sono io il Betti!" ribatte il sindaco: in vent'anni deve essere un po' cambiato...
È ora di rientrare ma ecco c'è un' altra vela sul Mosca, fa un paio di giri ed atterra da Beppe: è Endrio arrivato dalle Pizzorne, in tandem. Dichiarata vale doppio...

martedì 25 giugno 2013

OLUDENIZ ( VIA PISA - RHODI)

Fine maggio. Piove da settimane, non si vola quasi mai. Shila ha la bronchite, e poi dove la porti con tutto quel fango?  Un po' di pubblicità solitamente fastidiosa suggerisce voli a prezzo stracciato, e allora il passo è breve: mentre cerco un volo da Pisa per una destinazione econimica qualunque senza pioggia nel week end mi viene in mente che c'era in estate un Pisa-Rodi con la Rayan, e un traghetto per Fethye.
Eccolo: c'è! Controllo orari e prezzi. In pochi minuti si chiedono le ferie, si compra il biglietto con la Rayan, con 20 kg di bagaglio in stiva e si prenota la prima sera a Rodi. E si prepara la borsa, e si mette la sacca della vela sulla bilancia che la partenza è di lì a 5 giorni.
Si lascia a casa la pioggia e si va verso il sole!

Sabato pomeriggio a Rodi. E' evidente fin da subito metà del bagaglio potevamo lasciarlo a casa: è caldo, finalmente! Sfodero un po' del mio greco arrugginito per leggere i cartelli stradali (che buffo!) e approfittiamo per visitare la città vecchia, la cittadella e il porto. Più o meno da queste parti mio nonno ha fatto parte della guerra. Scambio con babbo e zio le foto di posti che avevamo solo sentito raccontare.

Al mattino di buon ora al porto. Solo che invece del traghetto c'è l'aliscafo. La domenica pare che Fethye sia una meta piuttosto gettonata e difatti non c'è posto. Unica destinazione in Turchia  è Marmaris, un paio di ore più a nord. Vabbè: intanto si va, poi ci si riorganizza. 



Finalmente Ölüdeniz! Il lunedì siamo sulla prima navetta. Si entra nel parco e l'aria si fa più fredda: si inizia a salire tra i pini. Arriviamo al decollo intermedio 1770 mt, è lastricato, invitante. La vista è magnifica, e le foto e il video della telecamera che avrò sul casco non rendono giustizia al blu, alle isole, ai colori. Aspetto mentre partono i bipostisti. "TakeOff!" gridano per indicare che è il loro turno, e le vele colorate si alzano in volo con un fruscio.




Mi metto in coda, è il mio turno. Quello che mi aspetta è una planata, che da quella quota equivale ad una mezz'ora di panorama mozzafiato sulla laguna blu, e atterraggio sul lungomare. Mi godo il volo, e l'azzurro, e il profumo del mare. 
Si va in spiaggia, e si torna in decollo con l'ultima navetta del pomeriggio.



SkySport è la nostro riferimento: oltre alle navette ci noleggia un'auto per visitare il canyon di Saklikent e uno po' di Turchia meno turistica, e quando gli chiedo di organizzarci una gita iper la  Valle delle Farfalle, Mike ci  propone invece una rilassante crociera in barca a vela. Per l'equivalente di 17€ pranzo compreso ci godiamo il silenzio del mare, il fruscio delle vele, e i tuffi di isola in isola.



Il venerdì si torna a Rodi (questa volta con l'aliscafo!) per 4 giorni di mare e pini. La nostra base è a Lyndos: case bianche, l'acropoli e il fantastico yogurt del Mosaic.

A Rodi è tutto turistico ma la stagione ovviamente deve ancora iniziare, e soprattutto gli italiani non sono ancora arrivati! Esploriamo un po' la parte orientale dell'isola. Ci fermiamo a fare benzina, e il gestore ci regala quattro fichi buonissimi!
Ceniamo in una trattoria gestita da due anziani signori. La crisi è arrivata anche da loro e ne parliamo in una lingua mista tra greco, italiano, inglese e francese. Ordiniamo τζατζίκι e insalata greca e in più ci portano uova sode ancora calde, formaggio, yogurt con la marmellata, tutto fatto in casa con ingredienti del loro orto. Loro pasteggiano accompagnandosi con caraffe di grappa e ghiaccio allungata con l'acqua (ούζο), e lo assaggiamo anche noi. Ci siamo così divertiti che salviamo sul navigatore il punto gps e ci torniamo a cena due giorni dopo.
Verso sud si susseguono spiagge semideserte e acqua blu. Ovviamente ci lasciamo ammaliare...

lunedì 29 aprile 2013

LA MARCIA DELLE VILLE 1 e 2

Hanno preparato 13000 pettorali quest'anno. Io ho il 10865.
È l'occasione per vedere dal di dentro le ville che, generalmente chiuse, sorvoliamo dall'alto, e ne ammiriamo il rigore e la cura dei parchi e dei palazzi.

I sentieri per arrivarci invece un po' li conosco, tra una villa e l'altra. Per andare in decollo si passa da Villa Reale e si prosegue per Matraia, c'è la strettoria della Villa, dove ho recuperato un giorno Giovanni che per essere andato troppo in giro non è riuscito a rientrare, c'è la vigna dove in più d'uno siamo atterrati ricordando di fare attenzione al sottovento. 
E in più da qualche tempo Shila mi fa scoprire sentieri nuovi. Lo scorso sabato, seguendo le indicazioni di Mauro, ce ne siamo andate verso ovest, in Pian di Casciana, e poi oltre verso la Fraga, costeggiando le ville. C'è un gusto particolare a girare da soli, un feeling più forte tra te e il cavallo, una consapevolezza maggiore dei sentieri, degli ostacoli e dell'orientamento.

Quest'anno, per la Marcia, c'è una bella novità. L'associazione inSella! organizza la passeggiata a cavallo, sul  medesimo percorso, con le varianti del caso per l'accesso alle ville. Una quarantina di cavalli e cavalieri colorati. ne aspettavano molti di più, ma l'attesa pioggia ha fatto desistere i più lontani.
L'organizzazione è impeccabile, il Mitico e i suoi hanno fatto davvero un bel lavoro.

Indecisa fino all'ultimo, il meteo è variabile quanto più non si può. Sole e temporali si alternano. L'unica cosa certa è che oggi non si vola. Non ci sarà Andrea a far le foto dall'alto e ad atterrare a Villa Reale o alla Specola nella curiosità dei passanti.

Farò la marcia in due tempi, allora.
Al mattino il percorso a piedi di 10 km, nel pomeriggio quello a cavallo. Rinuncio ai 16 km, per essere in tempo alla stalla per far bella Shila, e soprattutto per asciugarla prima dei metterle la sella.
La prima parte è sotto la pioggia, e la mantellina funziona a meraviglia. Recuperiamo in salita, e ci fermiamo solo alla Specola ad ascoltare i ragazzi che suonano, che brava la cantante!
All'arrivo a Marlia l'organizzazione è perfetta. In piazza del mercato sono pronti con bruschette, dolci, pasta, bibite.

Poi alle 11 verso la stalla. Il sole ha asciugato i cavalli, non c'è bisogno di molte cure. Anzi la pioggia della notte li ha anche lavati, si fa in fretta. Si lucida la criniera con l'olio, che oggi si va in passeggiata!
Io sono tesa, si sa. Detesto la presenza di cavalli e cavalieri che non conosco, e non mi conoscono. Quando si è in tanti ci vogliono cento occhi. 
Ci fermiamo da Canapino, e poi in Pian di Casciana. L'attesa delle 15 è snervante. In sella per la foto di rito mi sembrano tutti troppo vicini. Matto come un cavallo non è solo un modo di dire. E i nostri hanno sangue arabo. Mi tengo il più possibile vicino a Said. Perché con Said accanto Shila non ha paura, e per quanto mi riguarda, la presenza di Mauro ha lo stesso effetto. 
Si parte. Ma tu ce lo vedi Said a stare buono al passo? Il cavallo vecchio e sonnecchiante di mezz'ora prima lascia il posto ad un energico e scoppiettante arabo. Mauro lo tiene, e lui mostra il suo disappunto con un trotto spigoloso.  Quando si passa su sentieri noti, sui prati dove al solito si corre è una lotta continua: loro son lì a chiedere di allungare, che quegli altri lì davanti proprio non li sopportano.
Dopo un paio d'ore di rientro verso Pian di Casciana, si passa davanti alla strada di casa. Ho la schiena, le ginocchia, anche le mani doloranti  per le ossa di Shila e per la tensione. Lascio che Shila prenda la strada della stalla. Per noi, oggi, va bene così.

lunedì 18 marzo 2013

DUEMILA !

Dopo tanta pioggia il sabato si preannuncia promettente un po' dappertutto, prefrontale. I windgrams prevedono quote interessanti e venti deboli, e un irraggiamento adeguato.
In tanti passiamo il venerdì a guardare, a studiare. Qualche fortunato ha il venerdì festivo e va a farsi un volo. La situazione è alquanto strana: sul Serra è anche nevicato.

Passo il venerdì sera a predisporre il casco: il babbo m'ha regalato una bellissima Midland XTC 300, e devo ancora provarla in volo. L'idea è di accenderla e dimenticarsi d'averla indosso. Chissà che ne vien fuori. 

Il sabato mattina inizia alla stalla. Mauro sta predisponendo il tondino che servirà per domare Rashid, ed passiamo qualche ora ad inchiodare tavole. I cavalli nel frattempo si godono il sole proprio nel tondino, e Mauro mi da prova della doma di Said. Appena gli mostra una vettina, quel meraviglioso arabo esegue agile e scattante gli ordini di Mauro, che li impartisce semplicemente con la voce e con un gesto.

Nel frattempo si studiano i cumuli sull'antenna delle Pizzorne, guardiamo come si formano ed evolvono, e quel leggero Nord che li porta avanti. Speriamo che il sole scaldi abbastanza la pianura da far girare il vento.

Mentre andiamo in atterraggio ci viene in mente di lasciare la piccola Aygo davanti alla gelateria. Il nostro abituale ritrovo dopo volo si è spostato dal Tamoil al Dolce&Amaro, un po' più a sud dell'atterraggio ufficiale ed è circondato da ampi campi non coltivati. Adatto per chi non ha voglia d'aspettare il recupero in atterraggio e preferisce ingannare l'attesa davanti ad un gelato.

Nel frattempo arrivano sms dagli amici: dopo tanta neve, parcheggiati bimba e peluche dai nonni, tutti in decollo!

Pronti si va! La pioggia ha lavato la strada, non c'è più neve per andare in decollo. Il vento è rafficato, ma la giornata è promettente e impegnativa. Esce Antonio e in due giri è altissimo.
Noi bovi ci prepariamo uno accanto all'altro.  Esce Ivano ( Bove 2) poi Mauro (Bove 1), infine io. 
Metto tutta la zavorra: è primavera, e non mi fido a metterne meno.
La giornata è ballerina, fin da subito. Più avanti c'è la vela gialla di Mauro. Il vario inizia a suonare nella termica che ci riporta sull'antenna, ma non voglio farmi scarrocciare e ad ogni giro devo tornare avanti. Il cumulo è proprio sopra di noi spostato un po' dietro.
Il mondo inizia a farsi guadare lì sotto, a 1300 sull'antenna.

"Bove 2 ai Bovi..."  dice la radio: Ivano è atterrato dal gelataio. Anche Mauro raggiunta l'antenna si dirige verso sud.

Mi sposto sul decollo e di lì sul Gromiglio (Spazzavento). È la termica di servizio.
Il vario suona debole, a volte più forte. La giro finché ce n'è. Ad ogni giro l'antenna si fa più piccola. Lo strumento registra un picco di +6.3 m/s, e quota 1956 s.l.m. Accidenti per me è la prima volta di un quasi-duemila. Questo panorama l'avevo visto solo in bipo, un sacco di tempo fa. Ci sono  il mare, le Apuane, la valle di Diecimo. E ci sono io, arrivata fin qui da sola. Peccato che il bosco sia spoglio e c'è solo marrone invece che verde. 



Il gelato sarà per un'altra volta. Scelgo di andare a Diecimo, passando dalla croce di Brancoli. "I bovi a bove cinque" dice la radio. Mi chiamano per sapere dove sono: vorrei rispondere ma tra gli ingombranti guanti invernali, la radio nel taschino, e soprattutto l'aria frizzante là fuori dopo un paio di tentativi di lasciare i comandi rinuncio. Pazienza, vi telefono quando atterro.

Direzione Croce di Brancoli, il vento è un po' di lato, e non trovo proprio niente per risparmiare quota, tutt'altro. Attivo alla boa con 1050 mt: ho speso oltre 900 mt per il traverso. 
La media valle e il Bargiglio sono lì in tutto il loro splendore, basta non guardare le cartiere lungo il corso del Serchio. 
Alla croce di Brancoli la termica c'è: è la confluenza tra il vento meteo e la valle, e per questo piuttosto impegnativa. L'attraverso senza girare e proseguo.



Per attraversare la valle impego altri 500 mt tanto che mi viene il dubbio se riuscirò sullo spigolo più sporgente del costone. Aggancio e recupero in dinamica sulla cresta est. In volo ci sono due vele, piuttosto alte. Il vento sul decollo sembra molto rafficato, non decolla nessun altro e anche i ragazzi in volo ondeggiano un po'.

Decido che per oggi può bastare! Sono contentissima dei miei duemila e del mio traverso. Si può andare ad atterrare!

Telefono ai bovi la mia gioia prima ancora di togliermi l'imbraco, poi approfitto di un passaggio per tornare in Pizzorne insieme a Pietro e Federico arrivati in volo da San Giuliano.

Con calma si finisce di fare i recuperi e ci si gode il tramonto dalle Pizzorne.

mercoledì 9 gennaio 2013

La befana vien dal cielo 2013


Quest'anno ci eravamo preparati per tempo! Per coinvolgere i bambini delle scuole già dalla metà di Dicembre avevamo pronta la locandina, contattato le scuole, la Pro Loco del Borgo ed inviato parenti ed amici! L'ultima settimana, però, l'abbiamo passata a preparare macchine, pupazzetti, crostate e per gli ultimi ritocchi.
Inutile dire che con cuore guardavamo il meteo per la domenica...

Sabato la base è davvero sotto i piedi. Le foto di Bracino di venerdì dall'antenna delle Pizzorne mostrano un mare di nubi, proprio come le slide dei corsi di Zanocco, solo che a casa nostra non mi era mai capitato di vederle. Intanto allerto Mauro per il piano B: se non si potrà  volare la Befana arriverà a cavallo. Quest'anno, anzi, in aggiunta ad Amelio e Merendina, abbiamo anche Mirco e Lucia. Lucia si è cucita addirittura il vestito. Sabato pomeriggio, in atterraggio, ci sono comunque i ragazzi. È evidente a tutti che non si può volare, ma siamo lì, casomai cambiasse qualcosa. Li metto tutti al lavoro a preparare calzette!

Domenica mattina, dalla stalla, non si vede neppure Matraia, lo strato di nubi è ancora più basso. Alle 11 inizio a pulire Said, e a telefonare in giro. Incredibile: Il Bargiglio è pulito! Il mare di nubi si è fermato a Valdottavo.

Tutti in atterraggio allora, prepariamo l'acqua per la cioccolata dei bimbi, il tavolo coi dolci, e vino cannella e chiodi di garofano e lasciamo il signor Alberto, babbo di Amelio, con una radio a sorvegliare il vin brulè. In atterraggio c'è un leggero sud: si va tutti in decollo! 

Aiutiamo a vestire le befane e a preparare le vele, in decollo c'è una leggera brezza, qualcuno parte. L'appuntamento è per le 14.30. Ci dicono per radio che l'atterraggio è pieno di bambini in attesa.
Siamo pronti ma di brezza non ce n'è più. Anzi a tratti sembra addirittura da dietro. Il sud sta portando avanti il mare di nubi ed è evidente che chi partirà lo farà all'italiana, correndo a più non posso. Qualcuno prova a partire sfiorando i cespugli, qualcuno si infrasca e torna su con la vela a fiocco.

Mirco e Lucia aspettano il vento zero e poi decollano correndo a perdifiato. Che bravi! Portano con sé coriandoli, un fumogeno e il sacco dei doni.
Prepariamo Merendina (Daniele) e Amelio per il secondo tandem, ma aria per partire proprio non ce n'è.

Decido di tornar giù in auto, per vedere almeno la fine della festa.
Quando arrivo, ci sono ancora genitori e bambini, Lucia ha distribuito calzette a grandi e piccini.
Arrivano intanto altri parapendii, e la notizia che il  secondo tandem non partirà.

Mi consolo col vin brulè: dopo tre ore sul fuoco di alcol non ce n'è davvero più ma è buono, caldo e contrasta il freddo e l'umido che è già arrivato. Ne avevamo preparato 10 Lt e non ne è avanzato neppure un po'. 

Ci sono i nipoti di M. ad aspettarlo in atterraggio. Simon ha fotografato tutti, aspettando lo zio, che atterra per ultimo a chiudere la festa.
C'è Morgan, biondissimo, ad aspettare la befana. "Sei stato buono?" - chiede la madre coprendosi il viso e camuffando la voce- " Abbastanza". "Dov'è la tua mamma?" "È andata a volare"