lunedì 13 agosto 2012

Il Sumbra, lo sherpa, il tè e Vega

Eravamo sul Subasio, io e i bovi, quando arriva il messaggio di Marco il Dentista: sabato prossimo si va sul Sumbra, si dorme in vetta e si vola al mattino. 
E' una gita faticosa, e Marco la fa tutti gli anni, in compagnia di Moreno. 

Sapevo che c'è Luciano in zona, gli dico della nostra gita. Lu ama queste montagne, se le porta nel sangue. Ci diamo appuntamento per le 15. 
Incontrare Lu è come rivedere un vecchio amico. Ha un'allegria contagiosa. Il buffo è che dal vivo non ci siamo praticamente mai visti. Luciano, sua sorella, le loro cugine saliranno con noi in vetta, e poi torneranno indietro. 





Si accolla il mio zaino e mi lascia il suo. Nella salita parliamo di volo e di Alpi Apuane. A sentirle raccontare da lui sembra di esserci sempre stata. E quella foto da manager in carriera che ha sul web poco assomiglia a quella voce che accarezza le montagne.
Il panorama è mozzafiato. Appare improvviso, scatto qualche foto, c'è la funzione panorama apposta. Ma le foto non rendono neppure l'idea di quello che ho di fronte. Spengo la macchina, e mi fermo a guardare.

In vetta c'è il tempo di qualche foto ricordo. Lu racconta il suo volo più bello su questo monti e ci indica dove staccano le termiche. Poi metà del gruppo riprende la discesa.

Rimaniamo io con Ulisse e Gabriele, Marco con Moreno.
Prepariamo le tende per la notte e poi andiamo a far legna per il fuoco.
Io ho timore d'aver freddo come al solito, ho anche portato il sacco a pelo invernale, e confido molto nel calore del fuoco. 
In effetti di calore, io e i bovi, ne abbiamo portato anche dell'altro. Somiglia al tè, certo, ma con una gradazione più alta. Ci farà compagnia per buona parte della serata.
Il tramonto dalla vetta è emozionante, c'è il mare lì davanti, si vede fino a Livorno. E poi i monti, tutti da guardare mentre si colorano di rosa.

Ci sistemiamo accanto al fuoco, con i panini per cena. Togliamo scarpe e calze per farle asciugare e rimaniamo a goderci il fuoco, in tuta da volo e a piedi nudi. E a piedi nudi andiamo a vedere l'eco dei fuochi d'artificio dei paesi della valle.
Ho portato con me il laser verde, per giocare con tutte quelle stelle che a poco a poco arriveranno. Aspettiamo le perseidi, certo. Ma anche tutte le altre sono lì da guardare...
Indico Vega, il triangolo estivo, il grande carro, Arturo. 





Al mattino ci sono già i cirri. Promettono vento forte. Sistemiamo le attrezzature, e ci prepariamo. Ci raggiungono anche Massimo e Mosè, con le vele. Massimo festeggia con noi il suo compleanno.
Decidiamo di partire prima possibile, prima che la brezza di valle si attenui e il vento dal mare non ci permetta di decollare verso il lago di Vagli.
Moreno, che non vola, gufa un po', e si chiede se qualcuno tornerà con lui a piedi... 
Partiamo all'italiana Ulisse per primo, poi io, che quasi non mi ricordo neppure come si fa, poi gli altri.
Fuori non c'è niente. Si passa sul paese, giusto il tempo di far due foto, e poi si atterra.