giovedì 7 gennaio 2016

Il Buio

Ho paura del buio. Praticamente da sempre.
Non a caso ho passato una quindicina d'anni ad occuparmi di stelle, in una torre longobarda spersa nel Chianti. 
Il cielo con le stelle è un po' meno buio. Ci s'abitua subito ad accontentarsi dei contorni, delle voci, a fidarsi dei proprio piedi nel camminare, e nelle proprie dita per smontare il telescopio al buio.

È capitato, poi, di far tardi fuori con Shila, e rientrare sulla strada di casa che lei conosce così bene, seguendo il culo bianco di Said. Trovarsi sul prato e trattenerla, quando sente l'erba sotto gli zoccoli e avrebbe voglia di correre. Ché di galoppare ne avrei voglia anche io, sotto la Luna, ma il prezzo potrebbe essere troppo alto.

Da qualche tempo, invece, ho iniziato ad andare a camminare nel buio nel bosco. La lampada frontale è sempre con me, ma rimane spenta il più possibile.
Per mano, inizio a conoscerlo un po' questo bosco sopra Figlinelli, questi sentieri. A riconoscere i fruscii e rumori, a guardare le stelle sopra l'inversione che invade il Valdarno. Come se il quasi-buio facesse ascoltare di più. I suoni del bosco, le nostre voci. 

L'anno nuovo è iniziato nel buio. Dal decollo al mare, a Monterosso. Accendendo la frontale solo per farsi notare dalle auto di passaggio, e poi dopo la mezzanotte, dal mare al decollo. Nel silenzio, nel buio, per mano, per quasi 4 ore, una quindicina di km, e 2 bottiglie di prosecco.

La mattina ci sveglia in decollo, nell'invidia dei volatori del Capodanno. Il primo ad arrivare è Luciano, che sorpresa! C'è quasi mezza toscana a Monterosso, e poi i Liguri, e gli emiliani. È buona per volare, si va tutti fuori a colorare la spiaggia.