lunedì 3 agosto 2009

MONTE PRATO FIORITO

Di Prato Fiorito conoscevo l'attesa. Quella che ti fa fermare sulla strada per il decollo consueto a traguardare se di neve ce ne fosse ancora e a stimare quando sarebbe potuta iniziare la stagione.
Conoscevo la luce negli occhi di chi -se il meteo prometteva- riusciva a lasciare il lavoro alle 10 del mattino per andare lì a volare.

Domenica mattina siamo pronti per Prato Fiorito. La mia vela è in macchina certo, ma per il volo del rientro a Diecimo anche se ci fermiamo a dare un occhio in atterraggio.
Su da Fiorella gli altri sono già arrivati. Tu voli? mi chiedono. No, grazie. Per me è presto, e comunque non a quest'ora. Ti va un biposto? Accidenti se mi va un biposto.

Già sul decollo Prato Fiorito è splendido, sembra un grande panettone. In aria il panorama è incredibile, l'avevo visto salendo in macchina, ma così da vicino mi lascia senza fiato.
Proseguiamo il giro, c'è un po' di attività termica per salire ma non abbastanza da far abbastanza quota per andar via. Giochiamo con M. e con Giovanni a sfruttare le loro strategie, se azzeccate, o nel cercarne di nuove, a caccia delle piccole bolle che si stanno staccando.

Atterriamo vicino al bar. Non m'è sembrato davvero un volo turistico: adesso lo so cosa ci viene a fare M. quassù. Io, col parapendio solista, ci metterò degli anni...

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